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  • Ultima modifica dell'articolo:6 Giugno 2023

Con questo articolo proverò a darvi una piccola dimostrazione di come il concetto di normalità sia relativo.

Ma relativo a cosa? Facciamo un passo alla volta.

Guardate cosa mi hanno scritto alcuni di voi alla domanda “Cos’è per te la normalità?”

  • Quotidianità
  • Essere qui e ora. Vivere il momento nella sua semplicità senza pregiudizio.
  • Lavoro, dignità, famiglia e salute.
  • È quella cosa che tanto si ama quanto si odia
  • Noiosa… Le cose belle non sono normali, hanno qualcosa di strano, e le cose strane sono uniche.
  • Rituali che si ripetono nel tempo. Non è da confondersi con monotonia.
  • Fregarmene di ciò che la normalità è.
  • Darsi un appuntamento per uscire.
  • Una circostanza che si verifica in genere come conseguenza di una determinata causa.
normalità

Chiediamo aiuto a Gauss

La normalità è intesa nella concezione comune come la tendenza verso un qualcosa che in media mette d’accordo tutti. E se questo accade, quel qualcosa viene assunto come “normale”.

Infatti questo concetto che sembra abbastanza scontato e banale, nel senso che non ci si da neanche troppo peso “perché tanto è normale”, in realtà non lo è affatto.

Per dimostrarlo, dobbiamo evocare un matematico, cioè Carl Friedrich Gauss.

Se vi siete spaventati nel sentire la parola “matematica”, voglio tranquillizzarvi: non vi parlerò di formule o numeri. Il nostro obiettivo è un altro.

Gauss ha inventato una funzione che ha la forma di una campana, in termini tecnici si chiama “distribuzione normale”, che vedrete nella seguente immagine.

Cosa significano i simboli μ, δ e σ

Della distribuzione normale, abbiamo bisogno di capire il significato dei tre parametri identificati con le lettere greche μ, δ e σ.

Ad esempio, preso un gruppo di persone su cui si vuole fare un’indagine riguardo un determinato argomento, μ rappresenta sostanzialmente la media, sulla quale è centrata la campana.

Quindi si può dire che il numero più alto di persone x hanno un’idea che corrisponde alla media, cioè μ.

σ rappresenta il flesso, detta anche deviazione standard, ci dice quanto la campana sia più larga o più stretta e fa capire anche quanto all’interno del gruppo le idee siano diverse rispetto a μ. Maggiore è σ, più si aderisce a idee differenti, più larga sarà la campana. Inoltre, a parità di numero di persone esaminate, maggiore è σ, più bassa sarà la punta della campana.

δ definisce l’intervallo di confidenza. Tale intervallo ci dice che al suo interno troveremo il valore vero con un certo livello di confidenza. Questo vuol dire che per il gruppo che abbiamo esaminato, abbiamo una probabilità abbastanza elevata che la verità riguardo a quell’idea si può trovare tra μ-δ e μ+δ.

La campana di Gauss può dirci cos'è la normalità

È importante capire il significato che abbiamo dato a questi simboli per procedere nel ragionamento.

Dobbiamo dimostrare il fatto che la normalità non è assoluta. L’analisi della distribuzione normale di Gauss ci può aiutare.

Si consideri “normale” tutto ciò che è condiviso dalla maggioranza delle persone.

Quindi se la maggioranza pensa che le cose debbano essere fatte in un certo modo, le consideriamo normali.

Inoltre se la maggioranza concorda su un’idea, allora sarà considerata normale.

Questo si può facilmente vedere sulla distribuzione di Gauss.

Quando un'idea si dice normale?

Consideriamo μ un’idea, un modo di pensare. Essa verrà considerata “normale” secondo la credenza comune. Di fatto corrisponde a x, cioè la maggioranza. Quindi l’affermazione che si fa è “in media si pensa che l’idea μ sia normale”. Ovviamente non tutti in assoluto la pensano allo stesso modo. Quindi si dice “io la penso in un modo diverso dalla media”. La persona che fa questa affermazione contribuisce ad allargare il σ ed abbassare x. Ma tale diversità non si discosta troppo dalla media. Tale idea sarà un qualcosa che è sufficientemente vicino alla media μ tale da essere considerato “normale”, “nella media”. Questo “sufficientemente vicino” è l’intervallo di confidenza definito da δ.

Quindi si avranno degli estremismi, delle polarizzazioni, che vengono ancora considerati normali. Ci saranno un numero di persone pari a dx che la pensa nel modo μ-δ, un numero pari a dx che la penserà in un altro totalmente opposto cioè μ+δ.

Facciamo delle osservazioni

A questo punto è bene notare due cose:

  • la prima è che all’interno del campo di normalità esistono una infinità di modi diversi di pensare. Quindi questo ci fa concludere che la normalità non è univoca.
  • la seconda è capire cosa succede fuori dall’intervallo della normalità. Istintivamente si potrebbe dire che chi pensa fuori dalla normalità sia un pazzo, o un eretico, o un rivoluzionario.

Cioè diciamo chiaramente che non è una persona normale.

Come potete notare, la curva di Gauss ha delle code molto basse ai lati che ci dicono che esistono delle persone sole o un gruppo estremamente ristretto che sostiene una determinata idea.

La Normalità è relativa: cosa vuol dire davvero "normale"?

La normalità è relativa

Ritorniamo alla domanda che ci siamo fatti all’inizio. Rispetto a cosa la normalità dovrebbe essere relativa?

Se consideriamo il caso dell’idea, la risposta è apparentemente banale: la normalità dipende dallo spazio e dal tempo.

Possiamo fare due esempi:

Spazio

Il primo è considerare lo stesso tempo ma due spazi diversi. 

Sarà facile dire che la normalità rispetto a un determinato argomento cambi nello spazio perché in due posti diversi del mondo ci sono cultura ed educazione differenti.

Non sta a me dire se questo in assoluto sia un bene o un male. Può essere un male perché avere due concetti di normalità differenti nello stesso tempo può essere causa di conflitti.

Infatti se esistono due maggioranze o addirittura due intervalli di normalità che non si intersecano mai, è chiaro che diventa impossibile convergere verso un’idea comune o almeno raggiungere un compromesso.

Dall’altro lato, non avere differenze nella normalità, potrebbe essere pericoloso dal punto di vista della libertà, in quanto in genere la convergenza totale delle idee è la linfa vitale della tirannide (come ci insegna il Grande Fratello di Orwell o la chiesa della santa inquisizione).

Quindi probabilmente è sempre bene avere delle parziali intersezioni tra le diverse normalità nello spazio.

Tempo

Il secondo esempio è considerare la normalità nello stesso spazio ma in tempi diversi.

Quando si parla di tempo, bisogna considerare la relatività rispetto al presente. Quindi è importante analizzare la normalità del passato e la normalità del futuro.

Per capirci facciamo un esempio pratico che si collega agli argomenti che stiamo trattando nel canale.

Consideriamo le ore lavorative in tre epoche diverse. Esisteva un tempo in cui era normale la schiavitù. Quindi in quell’epoca era normale considerare che determinati lavori dovevano essere svolti da schiavi per un numero di ore indefinito.

Pensare che uno schiavo avesse diritto di lavorare per un numero limitato di ore era da pazzi. Chi lo pensava era fuori dell’intervallo di confidenza. 

Insomma non ci si poteva fidare.

Chi proponeva cose fuori dalla normalità rischiava la morte. Come accadeva ai tempi dell’Inquisizione. Si veniva definiti eretici. Un esempio concreto è Giordano Bruno che neanche dinanzi alla morte rinnegò ciò che aveva pensato e scritto.

Andando avanti negli anni, le cose cambiano. Si deve arrivare al diciannovesimo secolo per avere un limite di 12 ore lavorative. Dopo due secoli si arriva nel 2020 dove la giornata lavorativa è fissata a 8 ore.

Insomma abbiamo visto come nel tempo la campana di Gauss abbia compiuto una traslazione. La normalità di ieri non è uguale alla normalità di oggi.

Influenza della normalità

Lo stesso ragionamento lo si può fare per il futuro. Bisogna notare che lo spostamento della normalità ha incontrato, incontra e incontrerà sempre delle grandi resistenze che in tempi diversi vengono esercitate in modo diverso. Le modalità possono essere più o meno violente, ma si tende sempre alla conservazione dell’ordine attuale delle cose.

Dalle fucilazioni, all’impiccagione, al rogo, da attentati terroristici a metodi più contemporanei come la denigrazione ed esclusione sociale, persecuzioni giudiziarie e campagne diffamatorie sui mezzi di comunicazione di massa.

Questo perché si è creata una struttura che si è adattata a quella normalità, sulla quale esistono degli interessi rilevanti.

L’influenza è fondamentale sia per la conservazione, sia per il cambiamento. E anch’essa viene esercitata in modi più o meno violenti.

Avere idee fuori dall’intervallo di confidenza, quindi fuori dal normale, può allora avere due risvolti: la gloria o la decadenza.

La gloria si ha quando si favorisce la conservazione. La decadenza quando si favorisce il cambiamento.

Un genio scopre la fissione nucleare e senza sapere che indirettamente verrà utilizzata per creare la bomba atomica, sarà glorificato perché ha creato uno strumento che favorisce la conservazione.

Un tale Giuseppe Mazzini che andava contro il sistema monarchico stabilito nei diversi stati preunitari perché aveva l’idea di una Repubblica unita, venne condannato a morte, che ne avrebbe dovuto definire la decadenza.

La realtà è una normalità tridimensionale

In conclusione è bene osservare che la normalità di oggi non è assolutamente scontata, e può persistere per un tempo più o meno limitato in funzione degli interessi che si sono adattati su di essa.

Essa si può identificare come molte campane di Gauss che includono diversi gruppi di individui, distribuite nello spazio che si spostano nel tempo. 

Quindi possiamo dire almeno che la realtà è una normalità tridimensionale.

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