Come si esprime la sovranità?
Nel precedente episodio abbiamo parlato di come l’uomo abbia deciso di abbandonare il suo stato di natura per passare allo stato civile, sostituendo nella sua condotta la giustizia all’istinto. Ci si è sottoposti alla volontà generale, che dirige le forze dello Stato per il fine di preservare il bene comune. È la soluzione all’opposizione di tutti gli interessi privati.
Qui Rousseau associa la volontà generale alla sovranità, dicendo che non può essere alienata e non può essere rappresentata. Per l’intero corpo sovrano, la volontà sarà unica. Ciò che può essere alienato o rappresentato è l’esecuzione degli atti che la volontà generale decide di darsi.
Unione delle volontà particolari
Ciò che può essere alienato o rappresentato è l’esecuzione degli atti che la volontà generale decide di darsi. Se il popolo è correttamente informato, il piccolo numero di differenze di volontà particolari va ad annullarsi, mantenendo l’unicità della volontà generale che sarà così a favore dell’utilità pubblica.
Se si creano delle associazioni, la volontà generale va a frammentarsi. Il numero di votanti non rappresenta più il numero degli uomini, ma il numero delle associazioni. E’ il caso del sistema partitico, come lo conosciamo oggi. Può accadere che non ci sia equilibrio sulla grandezza delle associazioni, e cioè che una è più grande di tutte le altre. Questo vuol dire che da tante piccole differenze si passa ad una sola.
In questo modo il parere che prevale non è quello della volontà generale, ma solo di un parere particolare, a discapito di tutti gli altri. Per evitare questo è necessario che non ci siano società parziali nello Stato e che ogni cittadino ragioni con la propria testa. La volontà particolare tende alle preferenza, quella generale all’uguaglianza.

Sovranità e uguaglianza
La conclusione è che il patto sociale, il cui obiettivo è la conservazione della comunità, stabilisca uguaglianza tra cittadini, i quali devono impegnarsi tutti allo stesso modo e devono vedersi garantiti gli stessi diritti. Un atto di sovranità, quindi, non è una convenzione tra il superiore e l’inferiore, ma tra il popolo inteso come corpo sovrano e tutti i suoi membri.
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