Si deve tenere conto di un parametro che oscilla tra la forza del governo, e cioè la sua efficacia, e la sua rettitudine, cioè la sua conformità alla volontà generaleQuesto parametro varia in funzione del numero dei ministri e dal numero della popolazione.

La vita dello Stato - Episodio 5 "Il contratto sociale" di J. J. ROUSSEAU

Equilibrio di volontà

Se consideriamo il singolo ministro, possiamo distinguere in esso tre volontà: quella individuale, propria della persona che propende per il suo vantaggio particolare; la volontà comune ai ministri, che va a vantaggio del governo e infine la volontà sovrana, la volontà comune a tutto il popolo. In una legislazione perfetta la volontà particolare deve annullarsi, quella di governo deve essere subordinata alla volontà generale, che risulterà dominante.

Per come è fatto l’uomo accade il contrario: la volontà particolare è dominante, mentre quella generale è la più debole. Ogni membro del governo è prima se stesso, poi ministro e poi cittadino. Quindi si può dire che se il governo è nelle mani del singolo, la volontà di governo sarà più forte ma meno retto; al contrario se il numero dei membri del governo è pari a quello dei membri del corpo sovrano, allora la volontà di governo sarà più retta ma anche molto debole.

Aristocrazia, democrazia e monarchia

Da questo principio Rousseau definisce tre forme di governo: democrazia, aristocrazia e monarchia.

La democrazia si ha quando il numero di ministri è massimo rispetto al numero di legislatori, per cui potere legislativo ed esecutivo coincidono. La democrazia intesa in questo senso in realtà non è mai esistita e non potrà mai esistere. Se lo stato fosse numeroso, sarebbe difficile riunire sempre il popolo per svolgere le funzioni pubbliche. Inoltre ci dovrebbero essere poche differenze tra usi e costumi, per limitare le discussioni; si dovrebbe conservare l’uguaglianza di diritti e di fortune e si dovrebbe godere tutti di una particolare virtù.

La seconda forma è quella aristocratica, dove il numero di ministri è limitato rispetto al numero di legislatori. Esistono a sua volta tre tipi di aristocrazia: quella naturale, quella ereditaria e quella elettiva. Secondo Rousseau, l’aristocrazia elettiva, che è affine alla nostra democrazia rappresentativa, è la migliore in quanto formata da pochi saggi che governano la moltitudineComunque esiste il rischio che l’interesse di governo non sia sempre in grado di andare in contro alla volontà generale. 

L’ultima forma di governo è la monarchia, dove la volontà del popolo, la volontà di governo e la forza pubblica dello Stato rispondono tutte a un’unica personaSicuramente questo è il governo più forte, ma allo stesso tempo, essendo una singola volontà particolare, non può rappresentare la volontà pubblica. Allora quello che deve fare il monarca è farsi amare dal popolo e fare in modo che esso lo segua in ogni sua scelta. Egli deve dare preferenza a ciò che a loro risulta più utile nell’immediato, come ha mostrato Macchiavelli ne “Il Principe”. 

Non esistono queste forme di governo in modo puro, ma esistono forme miste che servono a bilanciare l’equilibrio di potere nel corpo politico.

la vita dello stato

La vita dello stato: cosa definisce il buon governo

Viste le forme di governo possibili, concentriamoci su cosa definisce il buon governo.

Se ci pensate possono esistere diverse sensibilità rispetto a questa affermazione. Si può prediligere la tranquillità pubblica o la libertà individuale; la sicurezza della proprietà o quella personale; la punizione dei crimini o la loro prevenzione.

In realtà non c’è progresso nell’accordo di queste diverse posizioni. Se il contratto sociale ha come fine la conservazione della comunità, allora l’indice del buon governo è la conservazione del numero dei membri della popolazione e la sua prosperità.

Senza naturalizzazioni e senza colonie, se la popolazione aumenta vuol dire che si fanno più figli, non si emigra e si muore meno. Questi sono gli indici di buone condizioni di vita e quindi di buon governo.

Ulteriori approfondimenti li trovate qui.