L’eccitazione è una delle componenti fondamentali che influisce sui comportamenti delle persone, non solo da un punto di vista psicologico ma anche da quello economico. 

Il pensiero standard degli economisti è che ciascun consumatore sappia meglio di tutti cosa è giusto per lui e si pensa che il suo comportamento giustifichi la sua volontà. Si crede che ciò che il mercato propone, quindi l’accordo tra compratori e venditori sia il risultato delle eque volontà di produttori e consumatori, e che quindi non ci sia esercizio di potere dell’uno sull’altro.

In Italia la pubblicità nel 2018 valeva 8,2 miliardida cui si deduce che sono i produttori ed esercitare il potere e quindi influenzare il comportamento dei consumatori. Così si adattano i gusti dell’uomo alle esigenze del sistema di produzione.

Eccitazione: economia tra neurofisiologia e psicologia

Eccitazione: come funziona il nostro cervello?

Per comprendere meglio il comportamento del consumatore dobbiamo capire quali sono le componenti della soddisfazione del consumatore che influenzano le sue scelte nella speranza di ottenere una maggiore razionalità. Per farlo è necessario andare nel profondo, partendo dagli stimoli e dalle pulsione proprie del nostro corpo.

Il nostro cervello, sia da svegli sia quando dormiamo, è costantemente attivo: un’infinita successione di scariche elettriche ne determina lo stato di eccitazione.

Il livello di eccitazione dipende dagli stimoli che riceviamo dall’esterno e finché siamo vivi non scende mai a zero: siamo sempre più o meno eccitati. La sua variazione la possiamo percepire, soprattutto quando proviamo piacere. La ricerca del piacere è fondamentale per spiegare i nostri comportamenti.

Eccitazione

Eccitazione e benessere

Quindi esiste una relazione tra l’eccitazione e il nostro star bene o star male, per cui si può dire che in qualche modo è la causa del nostro comportamento. Una stimolazione eccessiva e un conseguente livello elevato di eccitazione possono essere molto fastidiosi: basti pensare all’agitazione, all’irritabilità, all’ansia o anche al dolore fisico. Allo stesso modo non bisogna sottovalutare un’eccitazione troppo bassa. Anch’essa risulta sgradevole e sentiamo la necessità di aumentarla. Un’assenza di eccitazione può essere addirittura dolorosa. Pensate per esempio e quello che succede nella camera anecoica.

Assenza di stimolo e disagio

L’assenza di stimoli è una condizione che si raggiunge anche una volta che ripetiamo la stessa attività per un periodo troppo lungo. Questo è il motivo per cui molti lavori ci sembrano frustranti.

Non è il lavoro in sé ad essere angosciante, ma è il fatto di svolgere la stessa attività sotto costrizione oltre il punto per cui diventa meccanico e ripetitivo. Questa è una delle cause principali di insoddisfazione del proprio lavoro.

In ogni caso, stimolazioni troppo elevate o troppo basse possono essere fonti di discomfort. Queste sensazioni sgradevoli sono quelle che ci inducono ad agire per riportare lo stato di eccitazione ad un livello ottimale.

Stimoli ed azione

Infatti ci sono casi in cui dopo aver raggiunto un elevato livello di eccitazione, cerchiamo momenti di tranquillità. Oppure cerchiamo extra-stimolazioni per rompere la quiete. In funzione di diversi fattori quindi andiamo a ricercare uno stato di eccitazione ottimo, che si colloca tra il troppo e il troppo poco.

Il dolore, la fame e la sete per esempio sono stati in cui l’eccitazione aumenta a tal punto da porci in una condizione di disagio. Allora il nostro organismo si predispone a compiere un’azione volta a ridurre quell’eccitazione.

Quindi il disturbo porta un aumento di eccitazione; l’azione viene compiuta per ridurla. Se abbiamo fame, mangeremo. Se abbiamo sete, berremo. I nostri bisogni insoddisfatti allora indurranno un aumento di eccitazione che causerà un disagio.

È in questa dimensione che si inserisce l’economia. Cosa si può produrre affinché le persone possano rimediare a questo loro stato di perenne disagio?