Piacere: nell'immaginario collettivo, viene scambiato con la felicità. Ma non è del tutto vero.

Piacere: felicità temporanea

Piacere e noia

Rispetto al combattere la noia, esso è una stimolazione positiva che non serve necessariamente ad eliminare un disagio. Concorderete con me sul fatto che qualunque azione noi facciamo è volta a raggiungere una gratificazione fisica più o meno futura. Ma perché siamo così attaccati a questa sensazione tanto da vivere la nostra vita in funzione di essa?

Stimolazione neurofisiologica

La spiegazione possiamo trovarla a livello neurofisiologico. Ogni cervello ha sia un’area del dolore, sia un’area del piacere dove si trovano il sistema di ricompensa primario e secondario. Questo innanzi tutto spiega il fatto che il piacere non è semplice assenza di dolore e che si può provarlo anche in presenza di dolore.

Se in seguito ad uno stimolo viene attivato il sistema di ricompensa primario e si verifica un aumento dell’eccitazione, allora si prova piacere.

piacere

Rinforzo positivo

È importante sapere che quelle che noi conosciamo come fonti di soddisfazione non sono biologicamente innati, ma vengono acquisiti attraverso l’apprendimento. Una volta che capiamo che un’attività ci dà soddisfazione, essa ci rimarrà nella mente e la faremo rientrare nelle nostre abitudini.

Questa è la dinamica del rinforzo positivo: qualunque azione seguita da ricompensa viene rinforzata, cioè tenderemo a ripeterla con sempre maggiore frequenza. Più immediata sarà la ricompensa dopo un’azione, più sceglieremo di ripeterla rispetto alle altre.

L'aumento di eccitazione genera piacere

In sintesi gli stimoli non solo eliminano la noia, ma, incrementando l’eccitazione, danno soddisfazione. Allo stesso tempo si riducono i disagi ottenendo un godimento aggiuntivo. Ricordiamo che l’organismo si predispone a compiere un’azione per riportare l’eccitazione al livello ottimale, riportandoci nello stato di comfort. Sarà quella variazione di eccitazione a darci piacere.

La soddisfazione di un desiderio elimina un disagio, ma è la presenza di quel disagio la condizione di partenza che ci darà appagamento. Per provare piacere dal cibo, dobbiamo prima di tutto avere fame. La stimolazione, la tensione che si genera nell’aumentare l’eccitazione, assume un ruolo fondamentale rispetto alla ricerca del piacere.

Attaccamento

Questo perché siamo liberi di scegliere tra l’ottenimento del comfort dovuto alla soddisfazione di un desiderio e la ricerca di stimolazione. L’attaccamento al piacere e alla sua natura transitoria spiegano la convinzione che le persone sono più gratificate più dal percorso per raggiungere un obiettivo rispetto al suo effettivo perseguimento.

La ricerca di stimoli allora non ci condurrà mai alla noia, non ci stancherà mai. La nostra avidità di stimoli non ci lascerà mai soddisfatti di fronte alla ricerca di piacere.

L’esempio più chiaro che possiamo fare per spiegare questo fenomeno è il sesso. Lo stimolo e l’aumento di tensione delle attività erotiche sono gratificanti. Il piacere che si prova nella ricompensa in questo tipo eccitazione è molto comune.

Per un ulteriore approfondimento, vi consiglio questo articolo.