Il mercato delle attività finanziarie domina lo scenario globale.
Il mercato delle attività finanziarie è senza dubbio quello su cui porre maggiore attenzione per comprendere i fenomeni che provocano effetti determinanti prima nel campo economico, e come conseguenza, sulla società intera.
Alcuni numeri
Il sole24 ore dice che la ricchezza finanziaria privata nel mondo nel 2018 si attesta a 206 trilioni di dollari. Per avere idea dell’ordina di grandezza: un trilione equivale a un miliardo di miliardi. Fa ridere già così.
Basta andare poi sul sito del Fondo Monetario Internazionale per leggere che il PIL mondiale nel 2018 è stato di 85.69 mila miliardi (dato aggiornato ad Ottobre 2020).
Un milione di volte minore della ricchezza finanziaria totale.
Il PIL pro capite in Italia nel 2019 è poco meno di 30 mila euro. Quindi ahimé devo darvi una brutta notizia: se pensavate di misurare il vostro valore in base ai vostri guadagni, capite bene che non contate assolutamente nulla.
Siamo come tante piccole formichine che portano il cibo nel formicaio, arricchendolo di tante risorse quante potrebbero bastare per tutte, e anche avanzare. Ma che a quel formicaio non avranno mai accesso.
Proviamo almeno ad arricchirci culturalmente cercando di capire un minimo come operano i mercati finanziari.

Alcuni strumenti finanziari
Esistono tre macro categorie: strumenti assicurativi, strumenti di debito e azioni.
Gli strumenti assicurativi corrispondono un pagamento se si verificano determinate condizioni.
Gli strumenti di debito corrispondono un pagamento a prescindere dalle circostanze.
Con le azioni si diventa proprietario parziale di un’attività economica, da cui si ottiene il diritto di riscossione dei dividendi in proporzione alla quantità di quote azionarie possedute.
Poi esistono anche attività finanziarie che sono una combinazione tra due o più delle categorie che abbiamo menzionato.
Obbligazioni
Consideriamo le obbligazioni, le quali sono uno strumento di debito. Il debito viene allo stesso tempo comprato e venduto. Colui che beneficia di un prestito, cioè il debitore, vende una “obbligazione”, una sorta di titolo, per il quale egli garantisce un flusso di pagamenti periodico verso il compratore.
Il compratore inizialmente acquista al valore facciale, detto anche valore nominale, quindi supponiamo presti 100€. Il venditore deve restituire periodicamente al compratore un determinato valore, esempio 5€, che corrisponde a un tasso di interesse del 5%.
L’obbligazione può essere rivenduta a qualcun altro. Qualunque sia il prezzo concordato, il venditore iniziale dell’obbligazione deve sempre garantire il pagamento di 5€ al possessore dell’obbligazione. Se le parti hanno stabilito un prezzo di 90€, il primo acquirente registra una perdita di capitale di 10€, mentre il secondo acquirente vede ricevere un interesse del 5,5% (5/90 al posto di 5/100).
Quindi dire che il prezzo del titolo è sceso o che il tasso di interesse è aumentato rappresenta esattamente la stessa cosa. Alla scadenza del titolo, il venditore iniziale deve restituire il prestito al valore nominale dell’obbligazione, momento di ulteriore guadagno nel caso in cui il possessore l’abbia acquistata ad un valore minore.
Sensibilità all'informazione
In genere il prezzo delle obbligazioni può variare in funzione dei prezzi di mercato dei tassi di interesse, perché magari si mette in dubbio la capacità del debitore di restituire il prestito e quindi la sua stabilità finanziaria. Il rischio default allora è un fattore che fa diminuire il prezzo delle obbligazioni, ovvero fa aumentare i tassi di interesse. Ma basterebbe solo avere un cambiamento delle percezioni affinché questo accada.
Infatti le attività finanziarie sono sensibili all’informazione. È sufficiente sapere determinate notizie in anticipo per provocare una variazione drastica dei prezzi, che può comportare profitti esagerati. Basterebbe anche solo una fake news. Guadagna di più chi anticipa tutti gli altri nel reperire determinate informazioni riguardo un’attività economica (teoria del mercato efficiente). Esse forniscono inoltre anche informazioni sulla qualità delle scelte di quella attività, sempre considerando il profitto che potrebbero ricavarne.
Influenza del mercato delle attività finanziarie sulla politica
Consideriamo per esempio le politiche economiche di uno Stato. Se una particolare politica viene considerata positiva, e quindi fonte di profitto, il prezzo dei titoli vedrà un’impennata, e dai media verrà considerata una buona politica. Se il prezzo dei titoli si riduce, allora i mercati hanno deciso che lo Stato deve pagare un tasso di interesse più alto, perché considerano l’attività politica dannosa per i loro profitti e di conseguenza sarà considerata cattiva dai media.
Qui si pone un problema cruciale che influenza il potere decisionale della politica stessa e la qualità dell’informazione che influenza l’opinione pubblica dei cittadini. Componenti fondamentali per l’evoluzione della società verso una determinata direzione.