Lo stress lavoro correlato mette in pericolo la salute fisica ma soprattutto mentale: come possiamo difenderci?
Il decreto legislativo n.81 del 9 aprile 2008 ha lo scopo di promuovere la prevenzione della salute dei lavoratori sul proprio posto di lavoro. La prevenzione si applica ai rischi riferiti a danni fisici ma anche il rischio di stress lavoro correlato.
Purtroppo quest’ultimo viene molto sottovalutato e preso poca in considerazione rispetto alle lesioni corporali. Questo non dovrebbe sorprendere data la scarsa considerazione che vi è in Italia della salute mentale. Infatti, essa viene percepita come secondaria (che si riduce a essere opzionale nei luoghi di lavoro) rispetto alla salute fisica.

Definizione di stress lavoro correlato
Ma cos’è lo stress? Esso è stato definito da Selye come “un tentativo dell’organismo di far fronte a una minaccia attraverso una risposta”. Quindi, un evento non deve essere per forza negativo in modo assoluto per generare stress.
Infatti, questo si attiva quando vi è un’eccessiva richiesta di risorse dall’ambiente e quando viene avvertita una sensazione di sfida rispetto alla situazione. Fisiologicamente lo stress è gestito dal cortisolo, il quale predispone l’organismo ad affrontare l’evento. L’eccesso di cortisolo in tempi prolungati andrà a provocare dei danni fisici da non sottovalutare.
Quindi lo stress lavoro correlato può innescarsi quando: vi è un dis-equilibrio tra le proprie risorse/competenze/capacità e le richieste del datore di lavoro; oppure, quando vi è un conflitto interno fra ciò che il lavoratore sente di essere e il ruolo che deve assumere sul posto.
Cause che inducono lo stress lavoro correlato
Si possono evidenziare alcune cause che potrebbero anticipare l’insorgenza di tale disagio. Questi sono:
- carico di lavoro;
- contenuto del lavoro;
- orario di lavoro;
- controllo sul lavoro;
- ruolo dell’organizzazione;
- cultura organizzativa;
- sviluppo di carriera;
- qualità delle relazioni;
- giustizia organizzativa.
Carico di lavoro
Il carico di lavoro si riferisce alla quantità e alla tipologia di richieste che il lavoratore deve soddisfare. Allora, il disagio si presenta sia nel caso vi sia sovraccarico, sia nel caso in cui vi sia sottocarico di lavoro.
Quindi, nel primo caso questo è dovuto a un’eccessiva quantità o complessità di richieste, che per tempo o per capacità si fa fatica a portare avanti. Nel secondo caso, avere poco lavoro risulterebbe poco stimolante e ciò porterebbe a demotivazione e insoddisfazione professionale.
Contenuto del lavoro
Il contenuto del lavoro è motivo di stress soprattutto per i lavori ad alta richiesta emotiva, ovvero quei lavori che richiedono la gestione di rapporti interpersonali e di emozioni.
In particolare, ci si riferisce alle professioni di aiuto, le quali non possono permettersi di manifestare le proprie emozioni di fronte ai pazienti e che si ritrovano a dover esprimerne altre.
Inoltre, il contenuto del lavoro risulterà stressante anche nel caso in cui sia monotono. Quindi anche lavori di tipo fisico o cognitivo possono essere soggetti a stress lavoro correlato.
Orario di lavoro
L’orario di lavoro è intuitivamente difficile da gestire nel caso in cui si parli di lavori a turni, con particolare riferimento a turni notturni, di molte ore lavorative, di rigidità dell’orario.
Inoltre, alla stanchezza fisica, all’alterazione dei ritmi circadiani (il nostro “orologio biologico”), all’ansia e depressione legati a situazioni quali il lavoro su chiamata, si aggiungono difficoltà nel conciliare tutto ciò con gli impegni familiari.
Quest’ultimo punto non è da sottovalutare, in quanto malumori in famiglia si riversano sul lavoro tanto quanto i malesseri sul lavoro influenzano la vita familiare (effetto spillover).
Controllo sul lavoro
Il controllo sul lavoro è correlato a una mancanza di una possibile presa di decisione su come, quando e dove lavorare.
Ruolo dell'organizzazione
Il ruolo nell’organizzazione non è sempre causa di stress, ma si trova molto spesso come causa nel momento in cui si creano delle aspettative implicite non compatibili tra datore e lavoratore non compatibili. Oppure, può esserci stress lavoro correlato nel momento in cui vi è uno scontro tra i propri valori e credenze e con quelli del posto di impiego (un vegano in una macelleria).
Cultura organizzativa
La cultura organizzativa ha un ruolo chiave sia nell’organizzazione che sui lavoratori stessi. Una buona comunicazione e gestione dei rapporti lavorativi sono fattori che aumentano la qualità dell’ambiente lavorativo; viceversa, si possono creare numerose problematiche sia gestionali che di stress cronico.
Sviluppo di carriera
Lo sviluppo di carriera è un qualcosa a cui tutti i lavoratori aspirano arrivati ad un certo punto. Infatti, scalare la gerarchia professionale è un obiettivo comune, però quando ci si rende conto che a priori non è possibile andare avanti, il lavoratore soccombe a una situazione di impotenza e inerzia.
Risulta essere inutile parlare di quanto sia importante una buona qualità delle relazioni. Ma è fondamentale ricordare che all’interno di un ambito organizzativo le relazioni risentono tutte del tipo di leadership che il datore di lavoro assume. Uno stile passivo o laissez-faire, o ancora abusante o punitivo, sono gli ingredienti tossici per eccellenza per un ambiente lavorativo.
Giustizia organizzativa
Infine, la giustizia organizzativa consiste nella percezione del lavoratore di essere stato trattato in modo equo. Questa è divisibile in:
- giustizia retributiva (la percezione di aver un adeguato compenso)
- giustizia procedurale (equità nel processo decisionale)
- giustizia relazionale (un modo adeguato di fornire informazioni, con rispetto e cortesia)
Effetti sulla salute
Se questi motivi non fossero sufficienti per i datori di lavoro per modificare l’ambiente lavorativo, sarà per loro interessante scoprire le conseguenze fisiche dello stress lavoro correlato.
Si parla di:
- palpitazioni;
- secchezza in bocca e in gola;
- sudorazione;
- disturbi dell’apparato urinario;
- disturbi intestinali;
- disturbi digestivi;
- aumento o diminuzione dell’appetito;
- cefalea da tensione;
- dolori apparato muscolo-scheletrico;
- tremori, tic.
Inoltre, si sommano disagi psicologici quali:
- ansia, irrequietezza, stato d’allarme;
- depressione;
- disturbi del sonno
- senso di debolezza, vergine o di irrealtà
- incapacità di attenzione e di concentrazione
- perdita della gioia di vivere
- senso di stanchezza
- aumento del consumo di sigarette, tranquillanti o stimolanti, alcol o droghe.

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Caratteristiche individuali che influenzano lo stress
Riassumendo, lo stress lavoro-correlato è quella condizione di attivazione fisiologica ed emotiva derivante da condizioni disagevoli tra le proprie risorse/capacità e il proprio lavoro, o anche fra i propri valori e quelli del proprio lavoro.
La domanda a cui si cercherà di rispondere ora riguarda le caratteristiche individuali che possono essere maggiormente frequenti nelle persone che soffrono di questa condizione. Infatti, esistono delle caratteristiche individuali che possono condizionare la risposta del soggetto a situazioni di stress, se non addirittura nell’immergersi in modo più o meno consapevole.
Tali caratteristiche sono:
- demografiche (genere, età, etnia, cultura)
- disposizionali (tipo A, alessitimia, affettività negativa o nevroticismo)
Caratteristiche demografiche
Vediamo ora nel dettaglio le caratteristiche demografiche maggiormente frequenti in correlazione allo stress lavoro correlato.
Genere
Per quanto riguarda il genere, le donne sono i soggetti maggiormente a rischio per disturbi d’ansia, depressivi ed esaurimento emotivo. Ci sono diverse motivazioni:
- Una prima spiegazione può essere quella biologica basata sulle differenze genetiche e ormonali tra uomini e donne.
- Una seconda spiegazione è legata alla tendenza delle donne a un costante rimuginare sugli stati emotivi negativi, i quali vengono esperiti con maggiore intensità.
- Da un punto di vista sociale, si trovano a essere molto spesso in una posizione di inferiorità e di minor potere.
- Infine, da un punto di vista esterno, molto spesso le donne occupano incarichi nell’ambito del settore sanitario o, per meglio dire, di cura, che sono una delle professioni a più alto rischio di stress lavoro-correlato.
Età
Per quanto riguarda l’età, ci sono dei periodi tipici della vita correlati a maggior stress. Infatti, per motivi sia economici, sia lavorativi, sia familiari, come per esempio accade nella fascia d’età tra i 40 e 50 anni, durante il quale le pressioni economiche diventano fortemente sentite.
Inoltre, come detto in precedenza, anche gli orari lavorativi sono fonte di stress, i quali sono molto irregolari soprattutto durante le prime esperienze lavorative. Quindi, anche i più giovani sperimentano lo stress lavoro-correlato.
Per quanto riguarda gli anziani, lo stress esperito dipende molto dalle caratteristiche soggettive.
Etnia
L’etnia dà un’indicazione dell’insieme di lavori in cui è possibile fare esperienza oppure no, purtroppo. Gli immigrati sono coloro che esperiscono maggiormente questa discriminazione e che, di conseguenza, si ritrovano a lavorare in nero, con peggiori condizioni di vita in generale, con mansioni fisicamente più faticose, con un maggior numero di ore e con una paga inferiore. Allora, essi rimangono senza possibilità di un avanzamento di carriera.
Caratteristiche disposizionali
Vediamo ora nel dettaglio le caratteristiche disposizionali maggiormente frequenti in correlazione allo stress lavoro correlato.
Soggetto di tipo A
Un soggetto di tipo A è sempre un elemento altamente frainteso dalle organizzazioni e dalle aziende. L’espressione dello stress di tale soggetto è molto spesso vista come un beneficio per l’organizzazione stessa. Infatti, si tratta di quei soggetti che si trattengono ben oltre l’orario lavorativo che hanno un senso di urgenza del tempo, che non ascoltano il parere altrui e che risultano essere molto aggressivi. Sono soggetti sia a workaholism (dipendenza dal lavoro) sia a overcommitment (ipercoinvolgimento nel lavoro).
Alessitimia
L’alessitimia è invece una condizione che va ben oltre il contesto lavorativo e che può incidere su tutti gli ambienti di vita. Infatti, è quella condizione in cui l’individuo ha difficoltà nel riconoscere le emozioni altrui e le proprie. Allora, una situazione stressogena non verrebbe identifica e quindi si continuerebbe a rimanere immischiati per un periodo prolungato.
Affettività negativa o nevroticismo
Infine, l’affettività negativa o nevroticismo è quella tendenza a esperire stati emotivi negativi con maggiore intensità e con un maggiore propensione a percepire la realtà esterna come negativa. In particolare, esistono cinque meccanismi che si possono attivare nella persona con nevroticismo:
- accentuazione della risposta: nelle stesse condizioni, gli individui con nevroticismo esperiscono maggiore stress.
- causale: l’affettività negativa è influenzata da condizioni di lavoro negative.
- creazione della fonte di stress: tendono a creare situazioni avverse.
- percettivo: percepiscono l’ambiente come maggiormente più negativo.
- selezione: si scelgono lavori più stressanti.
Fonte e libri consigliati
Le informazioni di questo articolo sono tratte dal testo accademico “Psicologia del Lavoro” edito da RaffaeleCortina Editore, a cura di Piergiorgio Argentero e Claudio G. Cortese.
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