Le reti sociali sono l’insieme di relazioni più o meno significative che uniscono le persone all’interno di una comunità.
Le reti sociali sono una componente fondamentale del nostro essere legati in comunità. Allora, è fondamentale identificare bene i tipi di legami che abbiamo con le persone per capire dove siamo collocati e cosa possiamo fare per rinforzare la nostra comunità.
Le reti sociali inizialmente vennero studiate da Jacob Moreno. Infatti, egli era interessato a dare una forma grafica alle relazioni che le persone stringevano nel corso della vita. Allora, fece una distinzione tra relazioni che rispondevano a bisogni di tipo affettivo e quelle che rispondevano a risoluzioni di problematiche.
Quindi all’interno di una rete era possibile individuare dei leader che rispondevano a una o all’altra richiesta. Ma non solo: era possibile individuare anche gli outsiders, ovvero coloro ai quali nessuno si rivolgeva all’interno della rete.
Uno degli studi più importanti sulle reti fu quello di John Barnes. Egli studiò le reti all’interno dell’ambito europeo. In particolare, nella piccola cittadina di Bremnes la cui economia era basata sulla pesca.

Barnes riconobbe la presenza di tre legami differenti all’interno delle reti sociali.
I primi erano i legami di vicinato, considerati tendenzialmente stabili e duraturi.
I secondi erano i legami lavorativi, in questo caso i legami erano in rapida mutazione a causa della sostituzione degli individui coinvolti.
Infine, identificò i legami amicali e di parentela.
Un altro elemento da considerare nello studio delle reti è il momento dato, essendo la società moderna caratterizzata da relazioni sociali meno stabili e predeterminate.
Esistono tre fondamentali strutture di rete sociale.
Il primo tipo è la rete omogenea, cioè una rete sociale in cui tutti i membri sono legati tra loro emotivamente e cognitivamente. Infatti, in questo tipo di rete tutti si conoscono alla perfezione e non vi è la presenza di outsiders. Quindi vi è un alto livello di sostegno emotivo e di supporto reciproco.
Nelle reti omogenee è molto probabile che si formi un forte controllo normativo. Esso è quella condizione in cui si tende a mettere in atto comportamenti che sappiamo otterranno il consenso dagli altri membri.
Il secondo tipo di rete sociale è la rete frammentata. Questa rete è caratterizzata da sottogruppi ben distinguibili collegati tra loro da alcuni membri. Quindi, non ci si relaziona con tutti i membri ma solo con alcuni.
Allora, viene meno la dimensione del sostegno e del supporto. Al contrario della rete omogenea, però, vi è anche una maggiore flessibilità e possibilità di esprimere se stessi senza il rischio di controllo normativo.
Il terzo tipo è la rete dispersa. Essa è caratterizzata da più conoscenti che tra di loro non sono legati da relazioni profonde. Quindi, non è possibile distinguere con chiarezza l’inizio e la fine di tale dimensione. Ne consegue un basso supporto sociale. Queste sono reti non durevoli e non reciproche.
Già Moreno aveva identificato nei primi anni del 900 la presenza di due tipi di legami differenti (legami affettivi e funzionali) associati alle reti sociali. Successivamente, nella seconda metà dello stesso secolo, Granovetter elaborò la presenza di legami forti e legami deboli.
La distinzione fra i due è determinata da quattro indicatori: tempo passato insieme. intimità, emozioni condivise. servizi scambiati.
Nei legami forti, la presenza di questi quattro indicatori è contemporanea ed ugualmente rilevante e significativa. Infatti, i legami forti sono quelli che ci permettono di ottenere supporto emotivo e pratico ma non sono efficaci nel caso in cui avessimo bisogno di ottenere informazioni o servizi.
Per esempio, nel caso dovessimo cambiare lavoro oppure se dovessimo fare un viaggio all’estero in un posto dove nessuno della nostra cerchia c’era mai stato.
Allora, qui si rivela la forza dei legami deboli. Infatti, essi consistono in quella rete di persone che sono semplici conoscenti con cui abbiamo condiviso poco tempo, intimità ed emozioni.
Per esempio, i legami di vicinato: il massimo che ci si aspetta da essi è di scambiarsi reciprocamente delle informazioni.
L’importanza di tali legami deriva dal fatto di potersi ancorare, fungere da ponte (bridging), per altre reti di persone.
Facciamo un esempio più esplicativo. Abbiamo bisogno di una parola “buona” per entrare all’interno dell’azienda a cui aspiriamo. I nostri amici più stretti non fanno parte di quella realtà e nemmeno i loro conoscenti. Però noi abbiamo qualche risorsa in più. Ricordiamo l’esistenza di un nostro ex collega universitario che lavora proprio in quell’azienda! Non ci siamo scambiati molto tempo o parole all’epoca, ma entrambi ci ricordiamo piacevolmente. Questo è un esempio di legame debole e del come può rivelare la propria forza.
Precedentemente abbiamo parlato dell’esistenza di reti sociali con alto o basso controllo normativo. Una delle prime ricercatrici a studiare la conformazione delle reti sociali fu Elisabeth Bott.
Infatti, la sua curiosità nacque dal notare una correlazione tra la divisione dei ruoli all’interno della coppia e la rete sociale di cui facevano parte.
Ella teorizzò la presenza di reti a maglia larga e reti a maglia stretta.
Le reti a maglia stretta erano caratterizzate da gruppi di persone che si conoscevano bene tra di loro e che formavano un gruppo chiuso e coeso. Allora, le persone coinvolte in questo tipo di rete sociale facevano parte delle famiglie tradizionali, cioè quelle dove i ruoli tra moglie e marito erano chiaramente distinti.
Invece, le reti a maglia larga si differenziano molto dalla precedente struttura: le persone all’interno non necessariamente sono collegate tra di loro. Quindi, sono molto più “allargate” e aperte verso l’esterno, flessibili e con possibilità di esprimersi più liberamente. Ne fanno parte quelle famiglie in cui i ruoli all’interno della coppia sono più sfumati e non rigidi.
Inoltre, a definire la conformazione della rete vi sono anche la densità e l’ampiezza. Per densità della rete sociale intendiamo il grado di interconnessione tra i membri. Mentre per ampiezza intendiamo il numero di persone che sono coinvolte. Un’alta densità non è correlata necessariamente ad un’alta ampiezza e viceversa.
Abbiamo detto che il far parte di reti sociali ci permetterebbe di avere sostegno e supporto sociale. Ciò dipende dal fatto di avere legami più o meno solidi e dal supporto che ci necessita.
Allora, secondo alcuni studiosi il supporto sociale è connesso al benessere attraverso un effetto diretto (main effect model). Quindi, il fatto di avere relazioni e di far parte di una rete influenzerebbe direttamente la nostra qualità di vita. Non avere legami significherebbe avere uno stato di salute psicofisica nettamente inferiore.
Secondo altri teorici, non esisterebbe un legame diretto bensì indiretto, ovvero il cosiddetto effetto tampone (buffering hypotesis). Secondo questa ipotesi, il supporto sociale diventa una risorsa per affrontare in modo migliore le situazioni di stress. A parità di condizione stressogena, coloro i quali fanno parte di una rete sociale la avvertiranno come meno stressante. Inoltre, la rete permetterebbe di favorire le strategie di coping degli individui.
Due esempi di applicazione nel sociale del benessere correlato alle reti sono: la transizione alla genitorialità e la transizione migratoria.
Infatti, esse sono due condizioni molto diverse fra loro ma che hanno in comune il processo di cambiamento ed adattamento a nuove condizioni di vita che possono sembrare ansiogene e paurose.
Allora, la rete sociale ha il potere di dare sostegno durante questa fase di passaggio, caratterizzata da alti livelli di fragilità emotiva.
E per quanto riguarda le reti sociali sui social network? Dallo sviluppo della tecnologia ad oggi, i social hanno sempre di più sostituito lo spazio per il contatto fisico. Le relazioni si sviluppano online, si modificano online e si rompono online in alcuni casi. Sui social è possibile mettersi in contatto con persone mai viste prima.
Questi nuovi legami in che tipo di rete si possono classificare?
Essi rappresentano legami deboli ad alta flessibilità e scarsa durevolezza. Inoltre, non si fondano sulla condivisione di tempo insieme, infatti le comunicazioni avvengono in modo asincrono.
Eppure, la nota positiva è il cosiddetto social grooming, ovvero quei legami forti nati al di fuori dei social, che, però, li utilizzano per mantenerli ed riforzarli.
Siete riusciti ad identificare il tipo di rete di cui fate parte? Vi sentite bene nella vostra rete a maglia stretta o larga? Avete scoperto la forza dei vostri legami deboli?