Immaginate di essere in una situazione di pericolo, in cui dovete fare affidamento sull’altruismo e le buone intenzioni altrui. Mettete il caso che non abbiate la possibilità di chiamare nessuna delle persone da voi conosciute. Preferireste trovarvi in un posto affollato o con poca gente di passaggio?

La maggior parte delle persone risponderanno che preferirebbe trovarsi in un posto affollato in un momento di pericolo.

Una sorta di bias dei numeri, ci darebbe la rassicurazione che, maggiore è il numero di persone che ci passano accanto, maggiore è la probabilità che qualcuno si fermi a prestare soccorso. Applichiamo i concetti elementari della teoria della probabilità su delle persone, che, però, sono molto più complesse di semplici numeri.

Cosa ostacola l'altruismo

  • Gli studi di Latané e Darley del 1980 dimostrano che, in realtà, i passanti, se da soli, hanno una maggiore probabilità di prestare aiuto. Questo perché? 

L’altruismo, in questo contesto, è regolato da diversi fattori

  • accorgersi dell’evento; 
  • interpretarlo come un’emergenza;
  • farsi carico della responsabilità;
  • sapere come intervenire;
  • decidere di intervenire;
  • prestare soccorso. 

Essendo tante le operazioni mentali da compiere prima di aiutare gli altri, possono presentarsi tanti possibili intoppi.

Ignoranza pluralistica

Una volta prestata attenzione a una situazione, è necessario interpretarla come pericolosa. Infatti, molto spesso questo passaggio non avviene per un bias chiamato ignoranza pluralistica. Essa consiste nel pensare che ciò che viene interpretato come pericoloso, non lo è per tutti gli altri. Ciò significa che se ci si accorge di un individuo in chiara difficoltà respiratoria, si tenderà a ignorarla nel caso in cui tutti gli altri presenti la ignorino. Perché “magari si tratta di un errore di interpretazione”. 

Diffusione di responsabilità

Successivamente, bisogna farsi carico della responsabilità di prestare aiuto. Quindi ritorniamo al “meglio essere in un luogo affollato o meno?”. La diffusione di responsabilità fa sì che all’aumentare del numero dei presenti, diminuisce la spinta che ogni soggetto avverte nel prestare soccorso. Di conseguenza, se qualcosa va male, e si è in tanti, la responsabilità individuale sarà il risultato di una frazione il cui numeratore è 1 e il denominatore è N, ovvero il numero di presenti.

Inibizione al pubblico

Se si è prestato attenzione, si è interpretato bene il fenomeno e si è presa in mano la propria responsabilità, c’è un ultimo intoppo che bisogna superare: l’inibizione al pubblico. Anche in questa condizione, in cui ne potrebbe andare della vita di qualcuno, la paura del giudizio altrui è presente. Infatti, l’inibizione al pubblico è la paura che il proprio comportamento, il proprio modo di prestare soccorso, venga giudicato male dagli altri presenti. 

Forme di altruismo

Inoltre, secondo Moscovici esisterebbero tre forme differenti di altruismo: 

  • partecipativo;
  • fiduciario;
  • normativo.

L’altruismo partecipativo sarebbe influenzato dal senso di coesione che si ha rispetto alla propria comunità. Quindi l’aiuto che viene offerto non riguarderebbe un “Altro” diverso da un “Me”, ma un “Noi”.

altruismo

Quello fiduciario è legato al livello di fiducia e comunanza che si vuole sviluppare con l’altro. Quindi, sarebbe determinato dal livello di sospetto o di fiducia che si ha verso gli altri.

L’ultimo tipo (normativo) è quello più permeato dal contesto sociale in cui i fatti avvengono. Le norme sociali e il tipo di cultura di quel determinato ambiente andrebbero a influenzare positivamente o negativamente il grado di aiuto.

Quindi, secondo Moscovici, non esisterebbero forme di altruismo puro legate a buone intenzioni. L’altruismo, in questa ottica, viene suddiviso ulteriormente in due: altruisti-egoisti e egoisti-altruisti. I primi indurrebbero a gesti generosi per mera obbedienza alle norme sociali; i secondi agirebbero per proiezione e identificazione nell’altro, quindi per una sorta paura di ritrovarsi in quella medesima condizione.

Cosa favorisce l'altruismo nelle persone

Ci si potrebbe chiedere se ci sono personalità più propense all’aiuto rispetto ad altre. In effetti, alcuni tratti in comune alle persone altruiste esistono, ovvero: alto livello di emotività positiva, autoefficacia ed empatia

Un altro aspetto risultato rilevante è la generatività, che consiste nell’impegno da parte di un individuo del prendersi cura delle persone appartenenti a generazioni differenti dalla propria. Inoltre le persone con un alto livello di automonitoraggio, che hanno un maggior bisogno di consenso sociale, sono più propense all’altruismo. Ciò permetterebbe loro di acquisire punti agli occhi altrui.

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