Atteggiamenti e comportamenti sono due cose diverse dal punto di vista della psicologia sociale.
Ciò non toglie che tra di loro ci sia una stretta correlazione e soprattutto che possano influenzarsi vicendevolmente.
Partiamo col dire cos’è un atteggiamento. Innanzi tutto, il significato della parola “atteggiamento” viene confuso con quello di “comportamento”, tant’è che nel vocabolario Treccani si dice che “l’atteggiamento è il comportamento assunto da una persona o da un gruppo di persone”. Questo non è propriamente corretto.
Definizione
Del comportamento parleremo in un altro articolo. Qui diciamo che l’atteggiamento è la nostra personale valutazione rispetto a una persona o una situazione. Quindi esso è una disposizione interna che si collega al nostro bisogno naturale di valutare e di emettere dei giudizi. Allora l’atteggiamento in sé non viene manifestato; ciò che accade invece è che i nostri sentimenti e comportamenti possono essere rappresentativi di un nostro atteggiamento.
Anche se questo bisogno di valutare è naturale, quindi fa parte del nostro essere umani, esso può cambiare da persona a persona. Infatti, ci sono individui che danno particolare importanza alle prime impressioni, per cui sono maggiormente predisposte ad emettere delle valutazioni.
Un modo per leggere un nostro atteggiamento rispetto a qualcosa è quello di osservare la nostra reazione quando dobbiamo rispondere velocemente, cioè quando non abbiamo tempo per pensare. In quel caso viene fuori ciò che proviamo, rispondiamo quasi istintivamente, per cui il giudizio che emettiamo sarà ben rappresentativo del nostro atteggiamento.
Funzioni
Gli atteggiamenti svolgono delle importanti funzioni che possono essere utili dal punto di vista dell’adattamento nella società. Sono quattro in particolare, vediamole più in dettaglio:
- La prima funzione è di conoscenza. Abbiamo detto che l’atteggiamento risponde al bisogno naturale di valutare, quindi ci permette di porre una maggiore attenzione rispetto a qualcosa per capirne i suoi aspetti. Quindi ci predisponiamo ad emettere un giudizio così da avere una migliore interpretazione e darci un senso.
- La seconda funzione riguarda il rafforzamento della nostra identità. L’atteggiamento esprime una valutazione rispetto a determinati valori, quindi possiamo capire cosa è maggiormente importante per noi.
- La terza funzione riguarda un meccanismo difensivo. Mediante la valutazione di un oggetto esterno, l’Io risponde in un modo tale da rafforzare sé stesso rispetto all’oggetto che potrebbe rappresentare una minaccia.
- L’ultima funzione è di adattamento sociale. In base alle nostre valutazioni interiori possiamo regolare i rapporti con gli altri, così da selezionare il gruppo che più ci è affine col risultato di avere migliori rapporti interpersonali.
Atteggiamenti specifici
In precedenza abbiamo detto che atteggiamenti e comportamenti sono due cose diverse ma che possono essere strettamente correlati. In particolare, bisogna chiedersi se e quando gli atteggiamenti influenzano direttamente i nostri comportamenti.
Dalle ricerche è stato visto che se si tratta di atteggiamenti generali, tipo quelli rispetto alle persone di un’altra nazionalità, essi non sono predittivi dei nostri comportamenti. Possiamo avere una particolare idea su cinesi o arabi, ma non necessariamente ci comportiamo coerentemente con quella idea.
Allora per far sì che sia evidente la correlazione tra atteggiamento e comportamento, il primo deve rispettare due condizioni: una di esse è che deve essere specifico. Cosa significa? Facciamo un esempio per capirci: supponiamo di valutare il nostro comportamento rispetto al lavoro extra. Se il nostro atteggiamento è favorevole rispetto agli straordinari ed esso è sostenuto da una norma soggettiva, allora saremo propensi a mettere in atto quel comportamento.
Infatti bisogna considerare che il nostro atteggiamento su quel comportamento dipende dalle credenze che ci vengono indotte e dalla valutazione delle conseguenze che crediamo possano derivare da quel comportamento.
Inoltre, le norme soggettive che si sono costruite intorno a quel comportamento aumentano la pressione percepita da parte di persone specifiche o di gruppi a cui ci sentiamo particolarmente legati.

Atteggiamenti potenti
La seconda condizione, che a mio parere è fondamentale, è che l’atteggiamento deve essere potente. Cosa significa? In sostanza che la nostra valutazione deve aver superato una sorta di processo di riflessione.
In moltissime situazioni noi agiamo in modo automatico, soprattutto quando esse si ripetono con elevata frequenza per cui pensiamo di conoscerle a sufficienza. Questo ci permette di liberare energia mentale per svolgere altre attività.
Quando invece ci troviamo in situazioni nuove, abbiamo bisogno di riflettere, quindi i nostri comportamenti perdono l’automatismo. In quel caso, l’atteggiamento acquisisce potenza, e la valutazione risultante scaturirà il successivo comportamento.
Allora diventa di fondamentale importanza avere consapevolezza dei propri atteggiamenti, ed essa si acquisisce con la riflessione e l’autoanalisi. Se vogliamo avere maggiore controllo sui nostri comportamenti, dobbiamo concederci il tempo di pensare alle cose prima di agire. Il risultato sarà una maggiore autoconsapevolezza, la quale rafforza la coerenza tra i nostri pensieri e le nostre azioni.
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