Il bisogno di appagamanto

La ricerca dell’infinito: perché le persone ricadono costantemente nell’insoddisfazione? Gli esseri umani hanno bisogno di sentirsi appagati, di vivere delle emozioni positive, serve loro un qualcosa che gli faccia pensare che stanno bene.

Provate a pensare all’uomo al suo stato di natura, lontano dalla civiltà. Immaginiamolo come animale non sociale, che deve soddisfare gli stessi bisogni degli esseri che noi comunemente chiamiamo animali (il vostro cane o il vostro gatto per esempio).

Affinché si possa garantire la conservazione fisica ed esistenziale, ci basterebbe mangiare, bere e riprodurci. Non servirebbe altro. Ovviamente l’evoluzione e l’associazione in comunità hanno fatto in modo che si creassero nuove necessità e soprattutto nuovi bisogni. Ma senza ripercorrere la storia arriviamo dritti alla società contemporanea.

L'uomo non è mai soddisfatto.

La ricerca dell'infinito: nuovi bisogni introdotti dall'esterno

Ci ritroviamo sempre a rincorrere qualcosa. Convogliamo i nostri sforzi per ottenere un risultato, e prima ancora di ottenerlo ci siamo già messi in moto per qualcos’altro.

Se siamo partiti dall’uomo animale vuol dire che i nuovi bisogni che hanno determinato il nostro sviluppo, sono in qualche modo entrati dentro di noi dall’esterno, qualcuno ce li ha insegnati. Non avremo mai bisogno di qualcosa che non conosciamo. Delle cose che non esistono, non possiamo neanche averne un’immaginazione: vogliamo il cibo, perché sappiamo cosa è la fame.

Capite bene che la quantità di bisogni che gli uomini hanno necessità di soddisfare è molto elevata, ma soprattutto sono diversi per ogni individuo. E sono così tanti che soddisfarli tutti diventa quasi impossibile. Menti elevate dicevano che siamo alla ricerca dell’infinito.

L'essere insaziabile

Quindi siamo arrivati ad essere eternamente insoddisfatti. E per raggiungere la soddisfazione, cerchiamo sempre di arrivare a qualcosa che in quel momento non ci appartiene. Allora ritorno al punto di dire che gli essere umani hanno bisogno continuamente di sentirsi appagati. 

Trovare un qualcosa che ci dia un momento di tranquillità, che smorzi le pulsioni interne che ci rendono agitati, che ci fanno fremere, a volte arrivano anche a logorarci. Insomma siamo insaziabili e inquieti. E l’attuale società sicuramente non ci viene in contro. 

Qui bisogna fare molta attenzione. Parliamo della società occidentale, la società del consumo, in cui la soddisfazione di bisogni umani è affidata ad organi in cui prevale la logica del profitto.

L’inquietudine di fondo è un qualcosa che ci rende deboli. E la debolezza è un sentimento che ci spinge a cercare aiutoQuindi ci mettiamo in moto. Facciamo ciò che è necessario per sopprimere il disagio che stiamo vivendo per raggiungere il nostro momento di appagamento. Perché l’uomo è la creatura delle brame e degli appetiti insaziabili, la sua fame è implacabile.

Ovviamente non sono io l’autore di queste idee, ma già nel 1532 un umilissimo Macchiavelli le aveva riportate nella sua opera “Il principe”.

la ricerca dell'infinito

Non è speculazione leopardiana, ma realtà

Facciamo però degli esempi concreti: per quanto riguarda i politici, essi dicono alle persone ciò che vogliono sentirsi dire e non ciò che è bene per loro. Quindi acquisiscono forza in termini di consenso elettorale sulla base delle emozioni positive che riescono a suscitare negli elettori. Un altro esempio riguarda il fatto che come dovremmo vivere è diverso da come realmente viviamoQuindi si dà alla gente ciò che vuole, che si traduce in belle ragazze, buon cibo e macchine sportive, cioè ciò che suscita nell’essere umano appagamento nel caso lo avessero. Mi appaga di più avere una macchina potente, perché mi dà un senso di superiorità, rispetto a sapere come è stata scritta la storia.

Basta vedere anche su Instagram: le pagine che vanno maggiormente sono quelle piene di foto fantastiche sul cibo e delle ragazze con curve mozzafiato o uomini con addominali scolpiti. Sono concetti apparentemente banali, ma astutamente utilizzati dalla pubblicità. Pensateci: cosa deve fare un’azienda per indurre il consumatore a comprare il proprio prodotto? Semplice: deve creare in esso il bisogno di quel prodotto. In inverno la TV è piena di pubblicità di farmaci contro il raffreddore: appena sarai un minimo raffreddato correrai subito in farmacia perché la pubblicità ti ha convinto che per curare il raffreddore hai bisogno di quel farmaco.

E per non parlare delle donne nelle pubblicità sono sempre più spoglie. Questo agli uomini dà appagamento, sazia la loro fame. Più passerà il tempo, più la loro fame aumenterà, più le pubblicità si spingeranno oltre.

Tutto ciò facilita la creazione del bisogno dell’uomo verso un qualcosa che fino a quel momento non aveva nemmeno considerato, di cui non ne conosceva neanche l’esistenza.

Come reagire

Quello che mi sento di dirvi è che bisogna essere in grado di prendere coscienza dei reali bisogni che abbiamo, distinguendo quelli veri da quelli falsi. Crearsi continuamente nuovi bisogni ha come conseguenza quella di distribuire le nostre energie su più fronti, rendendoci incapaci di soddisfare quelli di primaria importanza. E soprattutto arriviamo a perdere il contatto con la realtà, nel senso che non si attribuisce il giusto valore alle cose che in quel momento ci circondano.

Perché creare nuovi bisogni se non riusciamo a soddisfare quelli esistenti?

La ricerca dell’infinito ci impone di fare altre riflessioni sugli aspetti che abbiamo trattato in questo articolo, che troverete nel nostro canale YouTube!