Condizione umana” è il saggio di Hannah Arendt nell’ottica di un’indagine politica, denominato anche “Vita Activa”.

Questo saggio si inserisce perfettamente nelle osservazioni che stiamo facendo in questo blog, in quanto tratta l’uomo dal punto di vista della sua condizione, cioè come esso viene influenzato dal solo fatto di essere vivo.

La domanda a cui secondo me si vuole rispondere è: “Cosa si deve fare per essere completi?”

Capisco che sono domande molto complesse, ma qui cercheremo di valutarne gli aspetti concreti. Cercheremo quindi di immergere queste riflessioni filosofiche nella realtà tangibile.

Quindi, quello che faremo è contestualizzare il significato del suo messaggio nel momento presente, e spero possa dare anche a voi qualche spunto di riflessione.

condizione umana

Natura umana è diversa dalla condizione umana

La prima considerazione che si deve fare è che la condizione umana ha un significato diverso dalla natura umana.

Infatti la natura riguarda le caratteristiche che si conservano a prescindere dal contesto, dagli agenti che ci possono appunto condizionare.

Alla natura umana possiamo associare il corpo umano come macchina, e la sua conoscenza è demandata alle scienze mediche.

Quindi se vogliamo interpretare meglio la differenza, la conoscenza della natura umana risponde alla domanda “cosa sono”. Il “chi sono” si pone su un piano di indagine differente, che può essere interpretato dalla condizione umana.

1. Condizione umana - Vita Activa Hannah Arendt

Allora, la condizione umana si collega all’essere condizionati: essendo vivi dobbiamo inevitabilmente fare esperienza del nostro potenziale.

Se fossimo vivi senza essere condizionati, dal punto di vista logico potremmo dire che la vita è uguale alla morte, ma capite bene che è un controsenso.

Un individuo in stato vegetativo è comunque condizionato: egli conserva la capacità di respirare grazie ad apparecchi artificiali, opera di altri individui. Quindi, anche se fossimo dotati solo di respiro continuiamo ad essere-nel-mondo.

Lavoro, opera e azione

Il significato della vita activa sintetizza tre fenomeni peculiari della condizione umana: lavoro, opera e azione.

  • il lavoro è l’attività con la quale ci procuriamo i mezzi per conservare la nostra vita, quindi la condizione del lavoro è strettamente connessa al processo biologico;
  • l’opera riguarda gli oggetti e i prodotti dell’uomo. Essi non fanno parte del ciclo vitale, ma costituiscono le parti del “mondo” in cui gli uomini vivono.
  • L’azione è ciò che mette in relazione gli uomini senza la mediazione di oggetti materiali. Quindi rappresenta la condizione della pluralità, cioè che il mondo è abitato da uomini diversi uniti in collettività. Allora l’azione rappresenta la base della politica.

La condizione umana della Vita Activa è partecipazione

Quindi la vita activa include le attività umane che definiscono la nostra partecipazione. Infatti partecipare alla vita mondana significa:

  • lavorare per conservare la vita stessa;
  • operare per costruire il mondo;
  • agire per condividere il mondo con gli altri.

L’assenza di almeno uno di questi tre componenti rivela l’assenza della vita activa, che si traduce in due possibili condizioni: una può essere una condizione ascetica permanente, dove si dà spazio solo alla contemplazione; l’altra scaturisce da un condizionamento sproporzionato da parte di almeno una delle tre attività, in cui non si è più Uomo nel senso completo del termine, ma solo una versione depotenziata, cioè “animal laborans” o “homo faber” (che vedremo meglio negli articoli successivi).

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